L’importanza di Citrix WorkspaceApp: una piccola analisi sul campo

Citrix WorkspaceApp, Citrix Receiver, Citrix Online Plugin, o per i più nostalgici semplicemente ICA Client! Abbiamo imparato che l’ufficio marketing in Citrix è sempre stato molto fantasioso e più volte, forse troppe volte, si è lanciato in improbabili cambi di nome. Ma la WorkspaceApp, indipendentemente da come la vogliamo chiamare, resta un elemento fondamentale per connettersi alle diverse risorse che pubblichiamo. Siccome sono un po’ malato di scripting e ultimamente mi sono dedicato anche ad estrarre alcuni dati dal database di monitoraggio, ho pensato di condividere con voi alcuni dati (rigorosamente anonimi) sulla distribuzione delle diverse versioni che vedo utilizzate in giro.

Ho provato a raccogliere alcuni elenchi di versioni di WorkspaceApp, raggruppandole per Major version per semplicità, analizzando più di 30000 sessioni, raggruppando utenti e client per finire con una fantastica tabella Pivot da cui ho generato dei grafici. Inutile dirvi che con Citrix Cloud e gli Analytics Service sarebbe stato più facile!!! (ma forse meno divertente)

Eccovi presentati alcuni risultati.

L’accesso a desktop e applicazioni avviene molto spesso anche al di fuori del perimetro aziendale, aprendosi fornitori e consulenti che utilizzano dispositivi aziendali o personali, ma in ogni caso fuori dal nostro controllo. Sebbene la WorkspaceApp non richieda formalmente i privilegi amministrativi per essere installata, in realtà questi sono necessari per aggiornare versioni installate tramite software distribution o per installare alcuni prerequisiti (come il Framework .NET 6 per le ultime versioni).

Incredibile, ma vero, Citrix oggi non dispone di un sistema per forzare l’uso di una determinata versione di WorkspaceApp. Chi lavora da più tempo con queste tecnologie ricorderà che nella WebInterface era possibile specificare una versione di Online Plugin minima, senza la presenza della quale veniva proposto l’aggiornamento.

Oggi (parlo di febbraio 2024!) l’unico sistema per fare un controllo è utilizzare l’EndPoint Analysis sul NetScaler, tramite il quale possiamo provare a verificare la versione installata: dico “provare” perché, per esempio la WorkspaceApp scaricata direttamente dal Microsoft Store non può essere controllata!

Guardando i grafici riportati qui sopra, la cosa che colpisce di più è la massiccia presenza di Citrix Receiver in versione 14. Facendo riferimento alla Citrix Receiver for Windows Quick Reference Version List possiamo vedere come la prima versione 14.0.1 risalga a Settembre 2013. Ho raggruppato i dati per Major, ma vi posso dire che le versioni più comuni sono la 14.9 (Receiver 4.9 LTSR) e successive, ma l’ultima, la 14.12 risale comunque a Giugno 2018.

Fa un po’ specie vedere anche delle versioni 11.2 dell’Online Plugin che risalgono ben a Settembre 2009.

Se da un lato è ammirevole notare come il protocollo ICA riesca a garantire la connessione anche con versioni così vecchie, dobbiamo pensare che questo, oltre a problemi di sicurezza legati ad alcune vulnerabilità scoperte nel corso degli anni, precludo l’uso di tantissime tecnologie e innovazioni che Citrix ha rilasciato nel corso degli anni. Non parlo solo di nuovi virtual channel per il supporto ad ottimizzazioni, come quelle per i sistemi di conferenza, o i miglioramenti nella gestione di file, stampe, audio, grafica a cui tutti siamo ormai abituati, ma anche nella gestione del network per le reti mobili, l’utilizzo dei proxy e molto altro ancora.

Inutile dire che il numero degli utenti e se questi sono tutti interni (o meno) influisce pesantemente sulla capacità di mantenere aggiornata la versione di WorkspaceApp.

Le major release che includono le LTSR sono generalmente molto diffuse (14.9, 19.12, 22.03) a conferma che i clienti prediligono le versioni Long Term Support Release che si presuppone siano più stabili. Dove queste versioni vengono distribuite con sistemi centralizzati spesso viene disabilitato l’auto update e questo impedisce che l’utente si attivi per aggiornare il client ad una versione più recente. Da command line, l’auto update può essere limitato anche solo al canale LTSR. Questo porta ad un’evidente difficoltà a tenersi allineati verso l’ultima Cumulative Update.

Dove troviamo le CR, solitamente l’utente installa in autonomia la WorkspaceApp e in questo caso l’auto-update aiuta a tenersi aggiornati: di contro l’aggiornamento non controllato può portare a problemi come recentemente accaduto con la versione 2311 (Workspace App Upgrade to Version 2311 Causing End User Launch Failures). Inoltre i benefici che potremmo avere utilizzando l’ultima CR vengono spesso vanificati se parallelamente non viene aggiornato anche il VDAgent lato infrastruttura (ricordo che lato Cloud, Citrix propone anche l’auto update del VDAgent, 🥶).

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